La storia dello Spritz, il più famoso tra gli aperitivi veneziani, affonda le sue radici nell’antichità.
Ai tempi della Repubblica Serenissima, per aperitivo si beveva un bicchiere di vino.
Già nel XIV secolo, agli Arsenalotti (lavoratori dell’Arsenale) a metà pomeriggio veniva concessa una pausa dal lavoro. Tutte le maestranze venivano rifocillate con pane e vino rosso nella stagione invernale, invece nel periodo estivo con gallette e vino rosso allungato con acqua fresca di pozzo.
La nascita dell’ «ombra»
Nell’attuale Piazza San Marco, di fronte alla Chiesa di San Marco, c’era solo il “campanile” o meglio una torre di avvistamento in legno. Nella parte rimanente si estendevano molti vitigni.
Ovviamente lì c’era la costante presenza di osservatori, e i veneziani andavano a bere il bicchiere di vino, sotto il porticato creato per proteggersi dal sole.
Bevendo per abitudine il bicchiere di vino all’ombra del campanile, questo bicchiere di vino, venne denominato “ombra” (del campanile), rimanendo nel linguaggio del volgo “ombra de vin”, un termine che esiste ancora nel dialetto veneziano e veneto. Però troppe “ombre” bevute davano alla testa.
L’origine dello Spritz
Con l’avvento della dominazione austriaca, i militari, abituati a bevande gassate e meno alcoliche, iniziarono a bere acqua gassata e vino denominando tale bevanda Spritz.
A questa usanza ormai radicata, nel tempo qualcuno pensò di aggiungere un liquore per creare un nuovo sapore.
Nel 1920 nacque a Venezia il Select, grazie al quale con una quantità minima aggiunta nel bicchiere si creava un nuovo gusto, e così si affermò l’abitudine di aggiungere allo Spritz bianco acqua e vino una minima quantità di Select.
Tale abitudine si diffuse presto nella terraferma per poi diventare sinonimo di aperitivo in tutta Italia.
Franco Battanoli